Pari opportunità per tutti e lotta alle discriminazioni
A partire dagli anni 2000, a livello europeo, si assiste a una fase di sviluppo del principio di parità e di pari opportunità per tutti in relazione a nuovi fattori di rischio, novità che viene codificata con le Direttive 2000/43 e 2000/78, anche in attuazione dell'art. 13 del Trattato di Amsterdam, il quale introduce Il principio di non discriminazione con riferimento ad una casistica esaustiva delle possibili ipotesi di "pregiudizio". Le principali novità introdotte si muovono essenzialmente su tre piani:
- ampliamento dei "fattori di rischio" con nuovi divieti di discriminazione fondati su una pluralità di condizioni, legate a sesso, razza, origine etnica, religione, convinzioni personali, età, disabilità, tendenze sessuali;
- estensione dei destinatari dei divieti di discriminazione;
- dilatazione della nozione di discriminazione: si registra il tentativo di affermare un diritto "assoluto" a non subire trattamenti pregiudizievoli.
Il complesso intervento normativo comunitario ha consentito di assegnare un peso rilevante agli obiettivi dell'inclusione sociale e delle pari opportunità nei regolamenti e nelle azioni perseguite attraverso i Fondi strutturali e ha sollecitato la sperimentazione e l'adozione di strumenti di "misurazione" degli impatti degli investimenti pubblici sugli aspetti sociali ed equitativi dello sviluppo.
Da tempo impegnata su questi due temi, la Regione Puglia ha avviato un processo articolato che vede il coinvolgimento di più livelli istituzionali, dell'associazionismo e del terzo settore per costruire percorsi efficaci per la promozione dell'uguaglianza e il contrasto alle diverse forme di discriminazione.
Gli interventi messi in atto riguardano la costruzione di reti capillari sul territorio per offrire a tutte le vittime un pronto intervento, servizi efficaci, attività di prevenzione e opportunità di inclusione e di empowerment.